Lo avete letto nell’intestazione dei miei siti web e sul retro dei miei biglietti da visita.

Storia di un fiore e di un condottiero svedese“. Cosa vorrà mai dire? Quasi mi dispiace svelarlo, ma forse incoraggerà qualcuno a visitare maggiormente queste pagine.

Condottiero prima di tutto… e non guerriero. Colui che conduce, non colui che è portatore di guerra. Non appoggio la guerra io. Quello del condurre è il primo dei due istinti che sento forti dentro di me. Mi piace coinvolgere altre persone in un progetto e motivarle a portarlo avanti.

Fiore e condottiero. Si penserebbe a due protagonisti di una storia. Invece fiore e condottiero sono la stessa cosa. Due nature di una stessa anima e di una stessa persona. La mia.

Erica, con la c, è il nome di un fiore che cresce nel sottobosco, o fra le rocce, in ambiente alpino. Pare lo abbia suggerito il mio nonno materno, Luigi, scrittore. Lo stesso nonno che da piccola mi faceva tenere un erbario perché era appassionato di botanica e che quando sono nata ha piantano un albero perché crescesse con me. Erica è per me sinonimo di dolcezza e di simbiosi con la natura. Quante passeggiate ho fatto da sola, nei boschi, d’estate, ma soprattutto d’inverno, seguendo impronte o esplorando sentieri sempre nuovi.

Erik, con la k, è invece un titolo nobiliare, qualcosa di simile all’inglese “King”. Nelle lingue scandinave sta per “unico signore”, “ricco d’onore”, condottiero. E rimanda alla figura di Erik Il Rosso, esploratore norvegese. Questa seconda versione del mio nome è per me sinonimo di eleganza e fierezza, di coraggio e perseveranza.

Ringrazio dunque chi ha pensato per me questo nome: dono e insieme destino.